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11 giugno 1940.
Tre giorni prima che le armate tedesche entrino a Parigi, il giornalista statunitense Karl von Wiegand si reca nel quartier generale del FΓΌhrer in Belgio per intervistare di persona Adolf Hitler.
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Chi Γ¨ Hitler, soprattutto in quel momento, lo sappiamo.
Ma chi Γ¨ Karl von Wiegand?
In quel momento Γ¨ uno dei giornalisti piΓΉ letti degli USA, le cui interviste e reportage dall'estero sono pubblicati su tutti i quotidiani dell'impero editoriale di William Randolph Hearst.
Wiegand, come lascia intendere il nome, Γ¨ di origini tedesche, nasce infatti nel 1874 in Assia, ma emigra con la famiglia negli USA a soli 4 anni e diventa cittadino americano. Inizia a lavorare come giornalista a San Francisco, ma raggiunge la fama durante la WWI.
Assunto dal grande editore di quotidiani Hearst, Γ¨ l'unico inviato di guerra USA a Berlino, dalla quale invia in patria resoconti sul conflitto e interviste a personalitΓ politiche tedesche, portando il punto di vista germanico al pubblico statunitense.
Per questo Γ¨ accusato da molti di essere filo-tedesco, ma il suo lavoro ben si attaglia alla linea editoriale di Hearst, che vorrebbe mantenere gli USA neutrali rispetto al conflitto europeo, fedele al precetto di George Washington che gli USA non si dovrebbero alleare con nessuno.
Finito il conflitto Γ¨ oramai una star del giornalismo, fra l'altro il primo ad aver intervistato un papa, Benedetto XV.
Γ anche il primo giornalista nel 1922 a intervistare un giovane leader politico semisconosciuto, Adolf Hitler, presentato come il Mussolini tedesco.
Continua a seguire per i quotidiani di Hearst sia la Germania, Γ¨ fra i viaggiatori dei primi voli transoceanici dei dirigibili Zeppelin, sia le guerre in giro per il mondo, fra cui il conflitto italo-abissino del 1935-36.
Wiegand Γ¨ quindi la scelta quasi ovvia per Hitler quando vuole mandare, ad un passo dalla conquista di Parigi, dei messaggi agli USA, e soprattutto alla sua opinione pubblica, tramite una intervista. Messaggi che non sono in realtΓ nulla di nuovo rispetto a quanto sempre affermato dal FΓΌhrer a partire dal suo Mein Kampf, ma che Γ¨ comunque interessante ripercorrere per chi Γ¨ meno "introdotto" alla politica estera nazista fin dagli esordi al potere.
L'esordio dell'intervista Γ¨ una dichiarazione di Hitler di non interesse verso il continente americano. Β«In nessun momento la Germania ha avuto alcun interesse territoriale o politico nel continente americano.Β» Prosegue poi riconoscendo la dottrina Monroe.
Ma in cambio vuole anche la neutralitΓ degli USA rispetto alle vicende europee. Β«Il modo in cui il continente americano plasma e conduce la propria vita non mi riguarda, nΓ© interessa alla Germania. E questo, lasciatemi dire, vale non solo per il Nord America ma anche per il Sud America. (...) PerciΓ² dico: l'America per gli americani. LβEuropa per gli europei.Β»
Hitler continua ricordando il "patto" che aveva proposto ai britannici. Β«Non ho chiesto nulla allβInghilterra se non che la Germania venisse considerata e trattata da pari a pari, che lβInghilterra proteggesse la costa tedesca se la Germania fosse coinvolta in una guerra e che mi venissero restituite le colonie tedesche β e le otterrΓ²!Β» Ma l'UK gli ha invece dichiarato guerra sulla base di Β«ridicoli e stupidi pretestiΒ».
Β«A Londra hanno dichiarato e pubblicato apertamente che il nazionalsocialismo deve essere distrutto, che la Germania deve essere disarmata, completamente disarmata e resa impotente. Non ho mai espresso alcun obiettivo o intenzione del genere contro la Gran Bretagna.Β»
Queste dichiarazioni non sono bugie di Hitler. Sappiamo da anni grazie agli studi storici diplomatici che effettivamente l'intenzione era quella di avere il Regno Unito alleato, e non avversario, da parte dei nazisti. Ne abbiamo parlato qui.
Ma le elite inglesi rifiutarono e ora...
Β«Quando lβInghilterra perde una battaglia dopo lβaltra, i governanti di Londra si appellano allβAmerica con le lacrime agli occhi, dichiarando che la Germania Γ¨ una minaccia che cerca di distruggere lβImpero britannico.Β»
...mal gli coglierΓ !
Β«...questa cricca capitalista che era, ed Γ¨ tuttora, pronta a sacrificare milioni di vite umane per i propri meschini, meschini interessi personali verrΓ distrutta. E questo, ne sono convinto, non sarΓ fatto da me ma dalla loro stessa gente.Β»
Sulla domanda di come sarà la futura pace però Hitler glissa affermando solo che «Se la sconfitta militare della Gran Bretagna e della Francia dovesse portare alla vittoria della ragione, anche in quei paesi, i sacrifici di questa guerra, forse per il futuro del mondo, non saranno stati così vani come può sembrare ora.»
L'intervista si chiude con Wiegand che prega perchΓ© Hitler risparmi dalla distruzione Parigi. Β«non sarΓ piΓΉ felice di quanto lo sarΓ² io se i leader dellβesercito francese avranno buon senso e me lo renderanno possibile.Β»
L'intervista di Wiegand ha larga diffusione grazie ai quotidiani di Hearst e ancora piΓΉ vasta eco nella parte dell'opinione pubblica contraria all'intervento nel conflitto per varie ragioni, propagandisticamente semplificate proprio allora con il termine isolazionismo.
Wiegand continua invece il suo lavoro di inviato di guerra, e sarΓ catturato un anno dopo nelle Filippine dai giapponesi e internato in un campo di prigionia fino al 1943. Nel dopoguerra scriverΓ ancora spesso sulla Germania fino alla morte nel 1961. La Repubblica Federale Tedesca gli attribuirΓ nel 1959 la Croce al Merito Federale.
Anche oggi abbiamo finito.
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Chi non lo fa Γ¨ un isolazionista! π