Perché Invadere la Polonia?
Il 26 gennaio 1934 la Germania nazista e la Polonia, dominata dal dittatore generale Pilsudski, firmano un patto di non aggressione di 10 anni.
Nemmeno 6 anni dopo Hitler invade il paese.
Perché?
I nostri contenuti sono aperti a tutti, senza abbonamenti.
Se il post vi piacerà e come segno di apprezzamento vorrete lasciare un caffè pagato, potete farlo usando il link sotto.
Grazie in anticipo!
Per iniziare, cerchiamo di capire il senso di quel trattato e poi proveremo a spiegare l'evoluzione della politica estera di Hitler, che non devia mai da degli obiettivi di fondo, ma che si adatta di continuo alle opportunità della situazione internazionale. Nel gennaio 1934 la Germania nazista è isolata internazionalmente.
La precedente Repubblica di Weimar ha accettato le frontiere occidentali stabilite dalla pace di Versailles nel 1925 con il Patto di Locarno, ma mantiene un atteggiamento revisionista verso quelle orientali.
La Francia inoltre ha cercato di "circondare" la Germania stipulando alleanze con tutti i suoi vicini, dalla Polonia fino ai paesi della Piccola Intesa, Cecoslovacchia, Romania e Jugoslavia. È il cordon sanitaire ideato dal primo ministro francese Georges Clemenceau.
Questo porta il 16 aprile 1922 alla stipula fra Germania e Unione Sovietica, i due grandi paesi in quel momento paria internazionali, di un patto di amicizia, il trattato di Rapallo, confermato poi nel 1926, a conferma delle intenzioni revisioniste di entrambi nei confronti della Polonia.
Sotto la copertura di questo trattato si sviluppa fra i due paesi una collaborazione economica ma anche militare, eludendo vari divieti della pace di Versailles, tanto da creare la odierna leggenda di "Stalin che ha armato Hitler", quando Hitler manco è al governo (sic!).
Hitler, arrivato al potere, capovolge questa impostazione di politica estera. Pur ratificando il trattato di Berlino con l'URSS, cerca un accordo con la Polonia col cui regime condivide vari tratti: l'antisemitismo, l'anticomunismo e l'idea di espandersi a spese dell'URSS.
L'idea di fondo di Hitler è sicuramente megalomaniaca, ma non manca di una sua lucidità: «La Germania o sarà una potenza mondiale, oppure non esisterà nessuna Germania.» E come potenza mondiale Hitler immagina una delle quattro che vede capaci di dominare il futuro pianeta. Queste sono, oltre la Germania, gli Stati Uniti, che considera i più potenti in prospettiva ma che ritiene raggiungeranno il loro apice nel 1980, la Gran Bretagna, col suo impero coloniale e dominio dei mari, ed il Giappone, la cui espansione è già iniziata in Manciuria.
Per diventare una potenza mondiale Hitler pensa di passare attraverso varie fasi. La prima è la conquista dell'egemonia nell'Europa centrale e dell'Est, dove l'URSS è vista come una facile e debole preda, parere diffuso in tutta Europa soprattutto nel Regno Unito.
Con le risorse di materie prime ed agricole dell'URSS a quel punto sarà facile, pensa Hitler, raggiungere l'egemonia sull'intero continente europeo, dove la Francia è vista come potenza in declino, cercando anche un'alleanza col Regno Unito. Quest'alleanza nelle mente del dittatore tedesco si dovrebbe basare sulla comune radice razziale germanica e un accordo di reciproco vantaggio sulla spartizione dei domini coloniali e la loro difesa dalla potenza USA, il nemico ultimo e più pericoloso.
Ecco che il patto di non aggressione con la Polonia, che prevede anche cinque anni di "amicizia", è il primo passo verso la creazione di una egemonia verso Est in funzione antisovietica, e serve anche a presentare la propria politica come revisionista ma non espansionista. Serve inoltre a spezzare l'accerchiamento delle alleanze filo-francesi, alleanze che subiranno un altro notevole colpo quando, con la decisione unilaterale nel 1936 di remilitarizzare la Renania, Hitler mostrerà ai paesi europei la debolezza politica di Parigi.
Tale debolezza è percepita anche da Londra, ma pure i francesi stessi ne sono consapevoli, come conseguenza le strategie delle due potenze alleate negli anni successivi sono spesso divergenti e non conciliabili, favorendo così la politica hitleriana.
La Gran Bretagna vorrebbe raggiungere un nuovo accordo a quattro fra lei, la Francia, la Germania e l'Italia, per sostituire l'intesa anglofrancese derivante da Versailles e che serva a dare stabilità al quadro europeo contenendo le spinte espansionistiche tedesche verso Est.
In cambio concederebbe alla Germania invece quelle revisioniste, sacrificando, come avverrà, l'Austria e i Sudeti ma anche Danzica.
Questo accordo sarebbe anche una barriera insormontabile contro la propagazione del comunismo sovietico, il vero grande nemico, come si vede dalla reazione inglese alla Guerra civile di Spagna dove viene mantenuta una stretta neutralità nonostante la violazione della legalità da parte di Franco e delle forze golpiste.
La Francia è invece politicamente molto divisa al suo interno oscillando così fra la ricerca fino all'agosto 1939 di un'alleanza con l'URSS in funzione antitedesca, al seguire pedissequamente la conservatrice politica inglese. Il risultato sarà, come sappiamo, disastroso.
Con l'Accordo di Monaco del 30 settembre 1938 il primo obiettivo voluto da Hitler è raggiunto.
I paesi dell'Europa centrale e orientale prendono atto dell'ascesa della Germania ad egemone.
La Polonia anche in questo è fra le più capaci di giostrare con pochi scrupoli, prendendosi pure un pezzetto di Cecoslovacchia. La Slovacchia diventa un vero e proprio vassallo tedesco, dando il pretesto con la sua secessione per la definitiva fine dello stato cecoslovacco e l'occupazione nazista della Boemia e Moravia del 15 marzo 1939 in barba proprio agli accordi da poco stipulati.
La "finta" del revisionismo hitleriano si manifesta però, come è sempre stato nella sue intenzioni, come espansionismo.
La politica dell'appeasement di Chamberlain crolla.
La Gran Bretagna si precipita a dichiararsi garante dei confini di Polonia e Romania.
La Romania infatti è da mesi in trattative con i tedeschi, interessati soprattutto alle sue notevoli risorse petrolifere di cui hanno estrema necessità.
Si teme una sua invasione.
Alla fine i romeni trovano un accordo diventando di fatto un vassallo economico tedesco, per poi diventarlo anche politico non molto tempo dopo.
Anche la Polonia è in trattative da mesi con la Germania. La questione è la città stato di Danzica e il suo corridoio che separa la Prussia tedesca dalla madrepatria. L'accordo sembra sempre essere vicino, Danzica in fondo è già data per tedesca da entrambi visto che la sua popolazione vuole ricongiungersi con la madrepatria, ma il vero punto del contendere è altro.
Hitler vuole separare la Polonia da UK e Francia e farla entrare nel campo tedesco. Le vengono addirittura promessi territori ucraini in una futura espansione della Germania in URSS.
Ancora il 25 marzo scrive "non voglio buttare la Polonia nelle braccia degli inglesi" risolvendo con la forza la questione di Danzica, anche se l'annessione dei territori polacchi rimane un obiettivo di lungo termine.
Ma appunto il 31 marzo la Gran Bretagna garantisce la Polonia.
I polacchi stessi non sono all'inizio particolarmente contenti, un po' per orgoglio, ma soprattutto perché questo mina la loro attenta politica estera di equilibrismo fra Germania, gli anglofrancesi e l'URSS.
Il 6 aprile Ribbentrop infatti conferma che l'offerta tedesca ai polacchi è ultimativa, Danzica tedesca, il corridoio diventa un'area extraterritoriale. Soprattutto la Polonia deve firmare un nuovo trattato di non aggressione con la Germania con in più una clausola di consultazione.
In pratica la Polonia deve decidersi di entrare nell'orbita politica ed economica tedesca, in funzione antisovietica.
Questa volta Hitler non attende molto per la risposta. Il 28 aprile al Reichstag spiega l'offerta fatta ai polacchi, dicendo che ora è ritirata, e dichiara decaduti sia il patto di non aggressione con la Polonia, sia il trattato navale del 1935 col Regno Unito.
La decisione è presa.
La scelta per la guerra è la rivincita personale di Hitler che ha sempre considerato l'accordo di Monaco come una sconfitta, nonostante quello che ne pensano in molti oggi.
Non vuole in realtà però, per il momento, una guerra mondiale e non crede che UK e Francia alla fine interverranno.
Ancora l'11 agosto 1939 spiega al diplomatico svizzero Carl Burckhardt: «Tutto ciò che intraprendo è diretto contro la Russia; se l’Occidente è troppo stupido e troppo cieco per capirlo, allora sarò costretto a raggiungere un accordo con i russi, a distruggere l’Occidente e a rivolgere tutta la mia forza concentrata contro l’Unione Sovietica. Ho bisogno dell'Ucraina, affinché nessuno possa più farci morire di fame come nell'ultima guerra.»
Per approfondire:
Klaus Hildebrand
Il Terzo Reich
Laterza, 1979-1997
Andreas Hillgruber
Germany and the Two World Wars
Harvard University Press, 1982
Siamo arrivati in fondo anche se ci sarebbe tanto ancora da scrivere.
Grazie per la pazienza e se vi è piaciuto il post potete offrirmi un trattato di non aggressione usando il link qui sotto.
Chi non lo fa è Joachim von Ribbentrop!