Karl Haushofer, il "geopolitico" di Hitler
«Hitler era in gran parte solo un simbolo e un portavoce della plebaglia. Il contenuto intellettuale di cui egli era il simbolo era la dottrina di Haushofer.»
Così i pubblici ministeri statunitensi del processo di Norimberga descrivono l'opera di uno dei padri della Geopolitik moderna tedesca.
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Ma chi è Karl Haushofer?
E perché le sue idee sono ancora oggi così importanti da essere considerato fra gli "inventori" di quella disciplina, che manca ancora di una vera definizione, ma che ultimamente è così popolare da far nascere "analisti geopolitici" sotto ogni sasso?
Nato a Monaco in Baviera nel 1869, la sua vita all'inizio si divide fra la carriera militare, arriverà al grado di generale, con quella accademica, dopo essersi laureato alla scuola di guerra ed aver conseguito un dottorato in filosofia all'università di Monaco.
Finita la Grande Guerra diventa professore di geografia proprio in quell'università e inizia a diffondere i suoi studi nel filone della Geopolitik tedesca, già resa famosa da Retzel e Kjellén, ma da molti vista, ancora oggi, come la sistematizzazione di idee imperialiste e coloniali alle quali si dà una patina accademica.
I suoi predecessori si erano concentrati sulla teoria organicistica dello Stato, visto non come la somma degli individui entro i confini di una nazione, ma come un vero e proprio essere vivente che nasce, cresce e può morire e le cui componenti devono tutte essere in rapporto gerarchico fra loro per il bene superiore dell'organismo.
Essendo un essere vivente lo Stato vede i suoi confini come transitori, legati al suo sviluppo attuale.
Per Retzel lo stato in salute deve continuamente espanderli.
Retzel introduce anche la divisione fra potenze continentali e potenze marittime in perenne conflitto fra loro.
Haushofer costruisce il suo pensiero su questi presupposti, integrandoli anche con quello di altri due pionieri della geopolitica, l'inglese Mackinder e lo statunitense Mahan.
Del primo riprende il concetto di Heartland, il centro del continente euroasiatico che assicurerebbe il dominio mondiale.
Da Mahan, assertore anch'egli del conflitto fra potenze continentali e marittime, la teoria della potenza navale come mezzo di espansione di potenza e capacità di "strangolare" qualsiasi avversario continentale con un blocco commerciale sugli oceani.
Partendo da questi presupposti Haushofer aggiunge delle sue convinzioni, come l'idea, che arriva direttamente dal ruralismo conservatore, che l'urbanizzazione sia un sintomo di declino e quella malthusiana che ci saranno sempre meno risorse per una popolazione in aumento.
Il risultato è un termine che oggi tanti conoscono ma nella Germania degli anni '20 è una novità: Lebensraum.
Lo spazio vitale, necessario alla Germania per sostenere una popolazione sempre in aumento, e che abbia anche un compito difensivo contro eventuali aggressioni esterne.
Haushofer quindi pone di nuovo la Germania al centro di un progetto di dominio non solo in Europa, dove vede i piccoli stati nati dalla pace di Versailles come un sintomo di declino dell'Occidente, ma addirittura eurasiatico, in quanto dimensione che permetterebbe di essere invulnerabili rispetto alle potenze marittime.
La sua esperienza come addetto militare all'ambasciata a Tokyo gli ha fatto acquisire stima nel nuovo Giappone con cui pensa appunto la Germania debba costruire un'alleanza, assieme alla Russia, per costruire appunto questo blocco eurasiatico che risulterebbe autosufficiente e quindi invulnerabile.
Questi concetti "geopolitici" li ritroveremo poi nelle parole di Hitler dal Mein Kampf sino alla guerra, perché il futuro Führer sarà una delle sue "due giovani aquile", l'altra Rudolf Hesse, allievo prediletto nei suoi corsi all'università.
Haushofer si recherà infatti in carcere ogni mercoledì a dare lezioni private ai due politici nazisti imprigionati per il tentato putsch di Monaco del 1923.
Hitler dirà che avrà avuto la sua istruzione universitaria a spese dello stato proprio in quel periodo.
Nonostante questo Haushofer non sarà mai un nazista convinto, sua moglie è anche di discendenza ebraica.
Ma questo dimostra come il suprematismo pangermanico, cioè l'idea di una grande Germania che incorpori tutte le popolazioni di etnia tedesca e domini l'Europa, non sia esclusivo dell'ideologia nazista, ma estremamente diffuso in tutta l'area conservatrice tedesca, teorizzato ampiamente dai pensatori della Konservative Revolution, e apprezzato nelle elite prima e ben di più che nelle masse popolari.
La visione di un Hitler populista, affascinatore delle masse ignoranti traviate dalla propaganda, è quindi parecchio distorta rispetto alla realtà.
Suprematismo, militarismo e anche antisemitismo sono radicati già da decenni nella società tedesca e si possono ritrovare ben prima anche nella Germania guglielmina.
Del resto sono concetti diffusi anche nei regimi democratico-liberali, anche se spesso confinati ai rispettivi imperi coloniali dove vengono travisati con il topos della missione civilizzatrice.
Haushofer finita la guerra sarà proprio per le sue idee perseguito dagli Alleati come complice dei crimini nazisti, nonostante suo figlio sia morto ucciso dalle SS per la partecipazione all'attentato a Hitler del 1944 e lui stesso sia stato rinchiuso a Dachau per un mese.
L'accusa è aver usato "la geopolitica per corrompere l’istruzione trasformandola in una preparazione alla guerra" e aver dato "una presunta base scientifica e una giustificazione al brigantaggio internazionale."
Per evitare il processo si suicida assieme alla moglie nel 1946.
Per approfondire la sua figura:
Holger H. Herwig
The Demon of Geopolitics
How Karl Haushofer Educated Hitler and Hess
Rowman & Littlefield Publishers, 2016
Per approfondire invece le sue, e non solo sue, idee geopolitiche:
David C. Murphy
The Heroic Earth
Geopolitical Thought in Weimar Germany, 1918-1933
Kent State University Press, 2013
Anche per oggi è tutto.
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Chi non lo fa è Rudolf Hess! 😜