Gli organizzatori della manifestazione aspettano 20.000 persone.
La polizia 30.000.
Ma Londra il 31 marzo 1990 vede 200.000 dimostranti pronti a protestare contro la poll tax appena introdotta dal governo conservatore di Margaret Thatcher.
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La poll tax, che in realtà si chiama Community Charge, è una imposta che va a sostituire le precedenti imposte progressive per i servizi locali, ma essendo questa di importo fisso e uguale per tutti viene soprannominata come il testatico del periodo medievale.
L'imposta vede subito nascere un forte movimento di opposizione ad essa direttamente dalla società, un grassroot movement che si coalizza in centinaia di locali Anti-Poll Tax Unions che si uniscono nella All Britain Anti-Poll Tax Federation.
Il Labour, il principale partito d'opposizione al governo Thatcher, si spacca.
La maggioranza del partito è contraria a questa forma di lotta ma 15 suoi parlamentari la appoggiano, fra cui Jeremy Corbyn che subirà anche un processo per essersi rifiutato di pagare l'imposta.
Altre forze politiche che appoggiano la federazione sono il gruppo trozkista Militant, già bandito fin dal 1982 all'interno del Labour e i cui membri sono via via espulsi dal partito nonostante il movimento sia in quel momento sempre più popolare fra gli iscritti.
Le contestazioni all'inizio sono per lo più locali, con rifiuto pubblico di pagare l'imposta, manifestazioni, occupazioni di consigli comunali.
I vertici della federazione anti poll tax, i membri di Militant Tommy Sheridan, espulso dal Labour nel 1989, e Steve Nally vogliono organizzare due grandi manifestazioni per il 31 marzo 1990, una a Londra e l'altra a Glasgow, essendo la Scozia la regione dove più alta è l'opposizione alla nuova imposta.
La manifestazione di Glasgow si svolge pacificamente senza problemi, a Londra è diverso.
L'imponente massa dei manifestanti, si parla di 200.000 persone, ben oltre ogni previsione sia degli organizzatori che della polizia, si dirige verso Whitehall, il quartiere dove sorgono gran parte degli uffici governativi, e inizia a scandire slogan contro la Thatcher di fronte a Downing Street, chiusa al pubblico solo l'anno prima per paura di attentati dell'IRA.
La polizia, temendo che le contestazioni si aggravino, chiude gli accessi a nord, a Trafalgar Square, e fa caricare la folla coi poliziotti a cavallo a sud.
È il caos.
La manifestazione a quel punto diventa una sorta di guerriglia fra la polizia, che cerca di sgombrare Whitehall con la forza ma ha pochi reparti antisommossa, e la folla che di fronte all'intervento delle forze dell'ordine diventa sempre più violenta, usando mattoni e bastoni ed altre armi improvvisate prese da un vicino cantiere.
Si ergono barricate improvvisate, vengono appiccati roghi, i mezzi della polizia sono attaccati e alla fine si deve aprire un lato della piazza per far defluire i manifestanti.
Saccheggi e devastazioni continueranno per ore in altre zone di Londra.
Un'inchiesta interna conclusa un anno dopo dalla stessa polizia metropolitana di Londra concluderà che non c'erastata nessuna premedita organizzazione degli scontri e che buona parte dei problemi sono stati causati da una inadeguata gestione dell'ordine pubblico dovuta anche alla scarsità dei mezzi a disposizione della polizia stessa.
Il bilancio è di 113 feriti fra manifestanti e poliziotti e 339 arresti, molti presi un po' a casaccio come risulterà dai processi.
La ricaduta politica è gigantesca. La capitale britannica è stata messa a ferro e fuoco non solo di fronte alle migliaia di turisti presenti, ma al mondo intero.
Se i conservatori della Thatcher si scagliano ovviamente contro gli organizzatori, così fa anche il Labour.
Il suo leader, Neil Kinnock, è terrorizzato, come quasi tutti i leader socialdemocratici, che la piazza, specie se diventa violenta, allontani gli elettori moderati.
In realtà la lettura politica più realista è quella dei Tories che capiscono che l'era Thatcher è finita.
I sondaggi danno infatti il Labour avanti di 24 punti mentre l'approvazione della Thatcher cala di 23.
A novembre 1990 viene formalmente messa in discussione la sua leadership e nella seguente elezione interna John Major diventa nuovo capo del partito e del governo.
La poll tax avrà vita breve. Nel 1991 Major annuncia che verrà sostituita dalla Council Tax, basata sul valore dell'immobile di residenza, che entrerà in vigore nel 1993 dopo che nel 1992 Kinnock riuscirà a perdere le elezioni che tutti pensano avrebbe vinto facilmente.
Per approfondire una lettura un po' di parte ma completa e interessante:
Simon Hannah
Can't Pay, Won't Pay
The Fight to Stop the Poll Tax
Pluto Press, 2020
Anche per oggi abbiamo finito.
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Chi non lo fa è Neil Kinnock! 😜